Taci anima che nulla più c'è da dire.
Scorrendo le vicende dell'anno tuttora in corso, l'ultimo articolo del 2021 non può che perseguire l'intento di cercare di ricostituire un sentimento che pare perduto: l'umanità. Mentre stavo realizzando di scrivere qualcosa in merito, come spesso succede, il caso è giunto in mio soccorso con il nobile intento di fornirmi ispirazione per ciò che avrei avuto intenzione di scrivere; ecco quindi che mi imbatto nella splendida poesia di Camillo Sbarbaro "Taci anima stanca di godere", lirica contenuta nella raccolta di maggior successo del poeta ligure, Pianissimo del 1914. Avevo avuto modo di leggerla qualche anno or sono, ma quei versi seppur bellissimi, non mi avevano dato la giusta illuminazione, non erano riusciti a far scoccare in me la scintilla poetica introspettiva in essi contenuta. La "colpa" chiaramente, non andava fatta ricadere su quel capolavoro, ma bensì sul ricevente, probabilmente non ancora in sintonia con gli intenti profondi del poet