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Visualizzazione dei post da marzo, 2020

Musica / La carezza sul cuore di Tosca

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Il palco del Teatro Ariston di Sanremo quest'anno ha ospitato in gara una cantante fuori dagli schemi nazional-popolari dei quali è tradizionalmente luogo eletto. L'artista in questione, in quanto di artista di razza si tratta, è Tosca, che con il suo Ho amato tutto ha portato con sé una ventata rigenerante nelle orecchie di chi ancora desidera vivere un brano musicale come un'avventura emotiva. Tiziana Tosca Donati Tosca è una cantattrice, sintesi perfetta, si badi bene, tuttaltro che squalificante, di una espressione artistica compiuta dove è incerto il punto dove la cantante si fonde nell'attrice e viceversa che trova il suo marchio di fabbrica nell'elegante intensità espressiva. Il brano presentato a Sanremo è un atto puramente poetico dove ad un testo meraviglioso e ad una partitura musicale mai invadente, che vede protagonisti archi e pianoforte, si aggiunge, aspetto determinante per la piena riuscita del brano, la magistrale interpretazione di

Cinema / Viola, Franca. Un corto per ricordare

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Tra le molteplici funzioni che può ricoprire il cinema, una delle più importanti è probabilmente rivestirsi dell'importante compito di esercitare il ricordo, ossia, impattare e rimbalzare, attraverso le immagini, emozioni nel grande contenitore della memoria individuale e collettiva. Questo è il caso che riguarda il  riuscito cortometraggio del 2017 Viola, Franca per la regia di Marta Savina, che vede tra gli interpreti Claudia Gusmano, nel ruolo di Franca, Ninni Bruschetta, nel ruolo del padre Bernardo, Carlo Calderone nei panni dello sciagurato Filippo Melodia e Maurizio Puglisi nel ruolo di Don Valerio. Forse i più giovani ignorano la figura di Franca Viola, donna, anzi, adolescente all'epoca dei fatti, di straordinario coraggio che si oppose con fermezza alla pratica del matrimonio riparatore, la cosiddetta "paciata"che le avrebbe permesso di salvare il suo "onore". Il cortometraggio Viola, Franca in circa 15 minuti di grande scorrevolezza na

Musica / Quello stretto rapporto tra cibo e musica

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Celebre il motto di Gioacchino Rossini: "Non conosco una occupazione migliore del mangiare, cioè, del mangiare veramente. L'appetito è per lo stomaco quello che l'amore è per il cuore. Lo stomaco è il direttore che dirige la grande orchestra delle nostre passioni” che la dice lunga sul rapporto stretto che collega storicamente la musica con il cibo.  Se il pasto è  centro e oggetto della festa, la musica ne è sicuramente l'anima. Fin dall'antica Roma i banchetti erano accompagnati da fiati e percussioni che animavano le danze; nelle corti medioevali i jongleur, saltimbanchi mascherati, allietavano le tavoli del signorotto di turno con lazzi, suoni e canti. Dal XVII sec. in Germania troviamo una serie di brani, che seguendo i titoli ci riportano ad esecuzioni durante i banchetti: Il Banchetto musicale , "per ogni sorta di strumenti" di Schein, il Concerto da tavola , del 1621 di Simpson, Musica da chiesa e da

Fotografia / Peter Lindbergh: Il fascino della normalità

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Il 3 settembre del 2019, all'età di 74 anni, Peter Lindbergh ha riposto per l'ultima volta la sua Nikon nella custodia ed è partito per il lungo viaggio. Peter Lindbergh Il suo viaggio terreno era iniziato nel 1944 a Leszno, in Polonia, anche se il nostro era di nazionalità tedesca. I suoi inizi sono legati allo studio della pittura, mentre l'avvicinamento alla fotografia avviene a Düsseldorf dove si trasferisce, lavorando a fianco del fotografo tedesco Hans Lux ; due anni dopo, nel 1973 aprirà il suo studio. Il centro della sua attività si trasferirà a Parigi, fulcro della moda mondiale negli anni '70, crocevia di stilisti, modelle e fotografi. Da questo momento in poi, Lindbergh fotograferà le più celebri top models e i suoi lavori compariranno sulle copertine di riviste internazionali quali, Vogue , The New Yorker , Rolling Stone , Vanity Fair , Harper’s Bazaar US , Wall Street Journal Magazine , The Face, Visionaire e Interview. Queste sono solo brevi

Musica / La musica per sopravvivere alla quarantena

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Nell'Italia presa in ostaggio dal Covid 19 popolarmente detto Coronavirus, mezz'ora prima del tramonto, ormai da qualche giorno, si consuma il rito sociale dei concerti su balconi, terrazze e giardini; alle 18,00 il paese in isolamento viene unificato dalla musica. Si imbracciano chitarre, si montano microfoni e altoparlanti per dar vita ad un mega concerto su scala nazionale della durata di circa 10 minuti. Il primo brano in elenco, che ha avuto il compito di istituzionalizzare il disagio, è stato L'inno di Mameli, mai come questa volta Il canto degli Italiani , seguito poi dai successi della musica leggera italiana che hanno segnato vari momenti della storia nazionale. Questo fenomeno si richiama agli intenti originari dei flash mob, che nacquero e si diffusero agli albori del secondo millennio, per spezzare la quotidianità dei partecipanti e del pubblico casuale con un evento fuori dall'ordinario, quindi creare un'azione, un atto performativo o senza al

Cinema / Preraffaelliti e cinema

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Lady of Shalott di Waterhouse Dal 18 giugno 2019 al 6 ottobre 2019 presso le sale del Palazzo Reale di Milano ha avuto luogo la mostra Preraffaelliti. Amore e desiderio. Promossa e prodotta dal Comune di Milano-Cultura, Palazzo Reale e 24 ORE Cultura-Gruppo 24 ORE è stata organizzata in collaborazione con Tate e curata da Carol Jacobi, Curator of British Art, 1850 – 1915 di Tate Britain. Inoltre si è avvalsa del contributo scientifico di Maria Teresa Benedetti, in relazione al rapporto dei Preraffaelliti con l’Italia. E’  stato così possibile ammirare a Milano circa 80 opere, tra le quali alcuni dipinti iconici che difficilmente escono dal Regno Unito per essere prestati, come l’ Ofelia di John Everett Millais, Amore d’aprile di Arthur Hughes, la Lady of Shalott di John William Waterhouse.In questo contesto il Museo Interattivo del Cinema ha organizzato una rassegna dedicata al celebre movimento pittorico inglese.  Il Mistero di Galatea di G.A. Sartorio Tra le p

Cinema / Le quattro volte

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  Ci sono film che si realizzano non per essere visti ma per vivere insieme al fruitore, che in questo caso non è la stessa persona dello spettatore. L'idea di immagine cambia con il tempo e con essa l'idea di narrazione cinematografica. L'esposizione per immagini che va per la maggiore oggi è quella televisiva, rivolta a moltitudini, perlopiù passive, di telespettatori. Le rappresentazioni televisive vivono nella speranza di creare un pubblico a propria immagine e somiglianza e per far ciò la televisione arriva a utilizzare la finzione anche nel reale, trasferendo molto di rado contenuti e muovendosi essenzialmente nel territorio vacuo dell'intrattenimento. Di tutt'altro segno è la cultura della visione di Michelangelo Frammartino. Regista classe 1968, con vari cortometraggi e due lungometraggi nel curriculum: Il dono del 2003 e Le quattro volte del 2010. Prenderemo proprio quest'ultimo titolo per sviluppare qualche considerazione in merito. Le

Fotografia / Fotografia e contemporaneità

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Il 1826 fu un anno portatore di alcune novità. Gioacchino Rossini scrive l'Assedio di Corinto , James Fenimore Cooper pubblica il romanzo d'avventura L'ultimo dei Mohicani e lo scozzese Patrick Bell sperimenta con successo la mietitrice meccanica. Probabilmente, però, la trovata che più inciderà sui costumi, in maniera progressiva e in concomitanza con i progressi tecnici, arrivando fino a noi, sarà l'invenzione della fotografia.  Proprio in questo anno, Nicephore Niepce fece il tentativo di fissare la veduta da una finestra, sfruttando le capacità d’annerimento del bitume di Giudea su una lastra di peltro, con una posa di circa otto ore. La prima fotografia di Niepce Qualche anno più tardi Daguerre, chimico, pittore e scenografo teatrale, con il dagherrotipo, tra le altre cose, divenne il padre del genere del ritratto umano, quindi della riproducibilità dal vero della figura umana, se vogliamo un antesignano ideale del nostro Collodi, padre nel 1881 di Pin